La grotta dei Cervi ed i suoi graffiti del Neolitico
La Grotta dei Cervi di Porto Badisco è uno straordinario esempio pittorico neolitico situato lungo la costa adriatica salentina. Una grotta non accessibile al pubblico che conserva al suo interno un complesso pittorico senza eguali in Europa. Scoperta nel 1970 in principio fu chiamata “Antro d’Enea” per via della leggenda che narra lo sbarco di Enea dopo la fuga da Troia e fu definita dal National Geographic come “La Cappella Sistina del Neolitico”.
I pittogrammi, in guano di pipistrello e ocra rossa, raffigurano forme geometriche, umane e animali, che risalgono all’epoca neolitica, tra il 4.000 ed il 3.000 a.C.
Le figure rappresentano cacciatori, animali (cani, cavalli, cervi), oggetti, simboli magici, geometrie astratte e molte scene di caccia ai cervi (da cui il nome della grotta). Uno dei pittogrammi più famosi del mondo è il cosiddetto “Dio che balla”, che raffigura uno SCIAMANO DANZANTE .
Il pittogramma è totalmente diverso da quelli presenti nella grotta e custodisce in sé tanto mistero. Ad un primo sguardo, la figura si presenta antropomorfa con la presenza di una coda. L’altro elemento che invece fa pensare ad un Re è la corona. Si suppone possa essere un re danzante intento in un ballo popolare. Ed ecco in basso le spirali che, come due serpenti che si muovono sinuosi verso l’alto, si intrecciano a formare quasi un cuore. Non sorprende che in questa immagine sia stato visto da molti un collegamento con il tarantismo ancestrale insito in questa terra, tanto che oggi è visto come il simbolo del Salento.
Un’altra ipotesi è che la figura rappresenti la prima carta geografica della storia. Infatti, se si sovrappone il pittogramma con la cartina satellitare di Porto Badisco è sorprendente come l’immagine pittorica corrisponda per la maggior parte alle linee di questo tratto di costa.
Nella collezione FW23/24 vedrete le nostre originali fantasie Licheni unite a questi antichi Pittogrammi ricchi di significati nascosti, presi dalle nostre terre e portati nel mondo dello street clothing. Qualcosa di unico, con la chiara ambizione di essere il marchio streetwear più rappresentativo del Sud Italia .
MERKAVAH
Sono presenti quattro triangoli con i quattro animali sacri biblici su ciascuno di essi. Partendo dall’alto in senso orario: UOMO – TORO – LEONE – AQUILA.
Secondo la Bibbia, in età antidiluviana, il settimo profeta Enoch, l’uomo che “camminava con Dio e visse 365 anni sulla terra prima che Dio lo prendesse”, ascese proprio con il suo Carro di Fuoco (Merkavah) e fu rapito in cielo. Riscontri sulla presenza di conoscenze similari legata alla Merkavah biblica le troviamo nell’Egitto dei Faraoni databili al terzo millenio a.C. e quindi posteriori a quelle neolitiche della Grotta dei Cervi.
Recenti ricerche su differenti siti archeologici del Mediterraneo, dimostrano inoltre come ci siano somiglianze tra i pittogrammi di Otranto e quelli presenti nella penisola Iberica, in Francia, nei Balcani e a Malta. Ciò potrebbe confermare come Otranto, dal Paleolitico al Neolitico, rappresentava un Santuario iniziatico di primaria importanza per tutte le genti del Mediterraneo.